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Bei ricordi di un passato non ancora “globalizzato”

Nel nord Italia, specialmente nelle aree agricole, fino a non molti anni fa tutti i contratti (di lavoro ma anche di affitto, mezzadria, ecc) avevano inizio (e fine) l'11 novembre.

 L’11 novembre, giorno del calendario dedicato a San Martino, corrispondeva in molti luoghi alla scadenza dei contratti agrari, data nella quale il proprietario poteva non rinnovare e dare la disdetta alla famiglia del mezzadro. Era scelta tale data perché in genere erano stati terminati i lavori dei campi, in particolare la semina, prima del riposo invernale.

Dato che il contratto prevedeva l’obbligo del mezzadro di abitare sul terreno assegnato in una casa messa a disposizione dal proprietario, il mancato rinnovo del contratto si risolveva in un vero e proprio trasloco per tutta la famiglia, che caricava le poche cose su un carretto o su un barroccio trainato dai buoi, ed era costretta ad andarsene. La famiglia del mezzadro, prima doveva seminare e poi andarsene.

 Le cause delle disdette potevano essere molteplici, da qualche figlio che partiva militare e quindi il padrone riteneva che non ci fossero più braccia sufficienti a lavorare la terra, oppure una qualche mancanza commessa dal mezzadro, secondo il proprietario.

Oppure, potevano essere anche motivi politici o sindacali: qualcuno che si dava troppo da fare per “sobillare” gli altri mezzadri.

Nei periodi di sciopero e di mobilitazione arrivavano disdette in massa per intimorire e spaccare il fronte, e allora lo scontro politico si faceva ancora più duro. Non era un grande giorno “fare san martino”, come si diceva.

A questa giornata è stata dedicata anche una canzone specifica, intitolata Mezzadro, mezzoladro, contadino. Mezzoladro, come veniva chiamato per denigrarlo, ma costretto a rubacchiare suo malgrado. Oppure, in alcuni casi invogliato a rubacchiare sistematicamente, come una sorta di forma di lotta o di resistenza. 

E i proprietari magari a loro volta si rifacevano ampiamente rubacchiando sui conti non chiari, e infatti una delle rivendicazioni importanti nel dopoguerra riguardava anche la corretta tenuta dei libretti colonici.  Ancora oggi in molti dialetti e modi di dire del nord "fare San Martino" mantiene il significato di traslocare.

 

  

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